Parodontologia.
La parodontite è una malattia polimicrobica, cronica, ciclica, sito specifica il cui andamento può essere influenzato da fattori aggravanti intrinseci al cavo orale o estrinseci, la cui difficile diagnosi riflette la multifattorialità della stessa, i trattamenti seguono tutti lo stesso filone logico, ovvero l’eliminazione dell’agente eziologico ed il controllo di esso.
Ho provato a sintetizzare in poche parole la definìzione della parodontite, ma per quanto sintetico da paziente mi sentirei confuso, poiché le parole che non danno il senso del loro significato. Per cui cercherò di descrivere come un paziente e non un medico questa complessa malattia.
Capire è importante, poiché la motivazione rappresenta il fulcro della terapia, e spesso i pazienti sono confusi. Nella mia pratica quotidiana, capita di imbattermi in una confusione eterogenea, dal paziente sconfitto e rassegnato, che pensa che non si possa fare niente per risolvere il problema al paziente allarmato ed alla ricerca di una terapia miracolosa con il più innovativo laser in commercio.
Che cose la parodontite?
La parodontite è una infiammazione (ite) dei tessuti che sostengono il dente ovvero il parodonto che è costituito da l’osso, la gengiva, il cemento radicolare ed il legamento alveolo dentario.
Perchè si infiamma il parodonto?
Poichè batteri di diversa famiglia (polimicrobica) colonizzano le superfici dei denti e del tartato trovando in queste superfici le condizioni ideali per potersi moltiplicare. Il ciclo di vita di questi batteri e diverso è dipende da una serie di fattori, alcuni dei quali può essere controllato come ad esempio l’igiene orale, si poichè i residui alimentari che ristagnano sulle superfici dei denti, saranno l’alimento degli stessi batteri, i quali piu forti diverranno piu aggressivi.
Quali sono i segni ed i sintomi?
La parodontite è per lo piu cronica e subdola ovvero non da grossi segni e sintomi nelle fasi iniziali, per cui la definiamo infame, poichè quando i pazienti avvertono qualche segno la malattia è in uno stato già avanzato. Il sanguinamento è spesso il primo segno ma non è sempre presente sopratutto per i fumatori, l’abbassamento del tessuto gengivale che viene percepito come un allungamento del dente da parte dei pazienti, ed infine la mobilità ed il dolore che essendo spesso l’ultimo segno non è un utile spia nei confronti della malattia.
Si puo capire se si è predisposti ?
La valutazione delle determinanti del rischio in parodontologia è fondamentale nell’ individuazione di soggetti a rischio, e nella messa in atto di trattamenti terapeutici personalizzati,che consentano anche il controllo mirato dei fattori di rischio.
Essere “ a rischio” di sviluppare malattia parodontale significa una maggiore suscettibilità alla distruzione dei tessuti parodontali e come risultato finale la perdita dell’elemento dentale stesso
Nella valutazione del rischio vanno presi in considerazione diversi fattori di rischio per la prognosi parodontale. I fattori che influenzano il rischio parodontale da considerare sono:
- Controllo della placca batterica
- Fumo
- Età
- Malattie Sistemiche
- Genetica
- Forma dei tessuti parodontali
- Compliance del paziente.
Come si effettua la diagnosi?
Durante una prima visita valutare il rischio parodontale significherà pronosticare in un soggetto sano la sua probabilità si ammalarsi di parodontite; in un soggetto già affetto di peggiorare la propria condizione in assenza di trattamento. In quest’ottica l’odontoiatra e l’igienista dentale possono sfruttare la valutazione del rischio come arma per migliorare la compliance con il paziente, infatti attraverso la spiegazione del rischio si ottiene una modifica nel comportamento del paziente verso il controllo dei fattori di rischio, il risultato della terapia sarà più comprensibile e apprezzabile da parte del paziente stesso.
Quali sono i maggiori fattori di rischio?
Tra i fattori di rischio ormai acclarato il fumo di sigaretta, uno dei più diffusi, influenza sia l’incidenza che la progressione della parodontite
Delle condizioni sistemiche la maggior relazione è correlata al diabete mellito sia di tipo primo che di tipo secondo , soggetti affetti da diabete con scarso controllo della patologia sono ovviamente più a rischio di coloro con il giusto controllo metabolico.
In alcuni soggetti si è visto che il polimorfismo di alcuni geni coinvolti nella risposta immunitaria (interleuchina IL -1e IL 10) possono essere associati a una suscettibilità a parodontiti gravi.
Ovviamente la placca batterica è il fattore maggiormente associato alla malattia parodontale ; in questo senso maggiore sarà la compliance della paziente nel controllo della placca migliore sarà la prognosi parodontale .
La profondità di sondaggio, il sanguinamento al sondaggio, l’interessamento delle forcazioni nei diatorici,la mobilità dentale, fattori protesici e restaurativi incongrui , rapporto corona –radice rappresentano fattori da considerare nella prognosi dei singoli elementi dentali.
Il numero di tasche parodontali, specialmente se profonde ( >5mm) è correlato ad un rischio di aumento della progressione della malattia parodontale in maniera ancor più rapida in caso di presenza anche di sanguinamento al sondaggio poiché indica una fase attiva di malattia parodontale.
Restauri protesici incongrui con margini in invasione dello spazio biologico rappresentano un area di ritenzione per la placca batterica, dove possiamo anche avere una maggiore presenza di lesioni parodontali.
In conclusione la valutazione del rischio parodontale rappresenta il primo passo nell’individuazione dei soggetti a rischio e rappresenta anche il momento nella formulazione di protocolli terapeutici personalizzate che consentano il controllo mirato dei fattori di rischio.
Nella momento dell’identificazione dei fattori di rischio si esegue anche la prognosi che volendo possiamo suddividere in globale e peri singoli elementi dentali; la parte globale permette sia al medico in collaborazione con il paziente di scegliere il piano di trattamento adeguato anche sulla base delle aspettative di sopravvivenza dei singoli denti.